In genere si inizia a cucinare quasi come un’abitudine, perché spesso da piccoli si assiste ai nonni o ai genitori che preparano i piatti tipici della tradizione oppure semplicemente quelli destinati ai pasti quotidiani.

Molte volte capita che ci si appassioni poi alla cucina stessa, riproponendo per se stessi o per gli amici alcune pietanze che si sono negli anni assaporate e sperimentate. Quelli più bravi ed intrepidi possono perfino iniziare a sentire la cucina cosiddetta tradizionale come limitata, ed ad operare tentativi per superare i confini dei piatti usuali sperimentando viaggi “personali” fusion con sapori etnici oppure orientali che i viaggi e le esperienze portano a mixare.

Ma sopra a tutto, ogni tentativo di riprodurre un piatto o di inventarne uno nuovo può essere perfino oltraggioso se non si riesce ad abbinare un vino che lo esalti, che ne potenzi il gusto oppure che lo riesca a bilanciare: è come un complemento di arredo in una casa di design, come un dettaglio di un quadro che non può essere ignorato perché è quasi il quadro stesso. Anche in questo caso ci si può sbizzarrire esaltando un discorso territoriale, abbinando alla cucina tradizionale i vini della regione oppure accostando sensazioni lontane nel mondo geograficamente.

Il vino è cultura, famiglia, calore: la prima cosa che può venire in mente pensando al vino è aggregazione, e unendo alla cucina si avverte quasi un ciarlare di sottofondo.