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Solfiti nel vino, la verità

Molte persone risentono di emicrania dopo aver bevuto del vino, pur non essendo dimostrato, molti ritengono che la causa sia la presenza dei solfiti; c’è perfino chi ha altri sintomi, come nausea, crampi addominali e perfino reazioni cutanee.

COSA SONO I SOLFITI?

Solfito o anidride solforosa SO2 è un potente antiossidante e antibatterico che aiuta a mantenere il vino fresco. I solfiti uccidono i batteri che fanno andare a male il vino. Alcuni produttori di vino utilizzano anche solfiti aggiunti a dosi più elevate per uccidere i lieviti ed interrompere la fermentazione in anticipo.

È in grado di inibire lo sviluppo dei microrganismi, quali i batteri acetici e i batteri lattici, che potrebbero alterare le caratteristiche del vino.

SONO NOCIVI?

I solfiti sono sostanze utilizzate anche come conservanti.

Il rischio di venire in contatto con solfiti è particolarmente alto se si consumano alcuni alimenti quali:

  • il vino e le bevande alcoliche
  • i prodotti da forno (pane, biscotti, crackers)
  • frutta secca
  • marmellate
  • gelatine, sciroppi
  • succhi di frutta
  • pesce, crostacei, molluschi, insaccati, conserve
  • patate e prodotti derivati (patatine surgelate, purea, chips)
  • conserve di pomodoro, caramelle e merendine confezionate.

Negli individui sani, alle dosi comunemente impiegate nell’industria alimentare, l’anidride solforosa è considerata un additivo sicuro. Nonostante questa sicurezza d’uso, l’anidride solforosa e i solfiti possono essere mal tollerati dalle persone ”ipersensibili ai solfiti”. I soggetti predisposti per i quali anche quantitativi modesti possono innescare reazioni di bassa tollerabilità a queste sostanze, ad esempio broncospasmo e altre reazioni allergiche.

La presenza di solfiti è soggetta a indicazione specifica obbligatoria in etichetta solo laddove il loro tenore complessivo nel prodotto finale sia pari o superiore a 10mg/kg o 10mg/l.

ALTI LIVELLI DI SOLFITI NEL VINO?

I livelli di solfiti variano da vino a vino.

Il disciplinare europeo stabilisce questi limiti al livello di anidride solforosa:

Rosso: Convenzionale : 150 mg/L – Biologico: 100 mg/L
Bianco: Convenzionale: 200 mg/L – Biologico: 150 mg/L

Se l’ anidride solforosa è inferiore a 10 mg/L si parla di vino senza solfiti. Piccole quantità di solforosa, infatti, sono prodotte naturalmente dai lieviti durante la fermentazione.

In generale, i vini bianchi contengono più solfiti rispetto ai vini rossi. I vini rossi prendono il loro colore dal contatto prolungato con le bucce dell’uva durante la fermentazione. Le bucce dell’uva contengono tannini, polifenoli e una varietà di altri antiossidanti che impediscono al vino di deteriorarsi e, di conseguenza, i vini rossi in genere non hanno bisogno di tanti solfiti aggiunti per rimanere freschi.

I vini bianchi non entrano in contatto con la pelle durante la fermentazione. Di conseguenza, contengono meno antiossidanti naturali durante la fermentazione iniziale, rendendoli più inclini al deterioramento. Molti produttori di vino aggiungono solfiti extra ai vini bianchi per evitare che vadano a male durante la fermentazione.

I solfiti sono generalmente sicuri e, se si ha una reazione al vino, è più probabile a causa di altre cose: alto contenuto di alcol, alto contenuto di zucchero residuo, istamine o forse una combinazione di additivi per vino senza etichetta. Tuttavia, ciò non significa che dovresti bere vini ad alto contenuto di solfiti.

RACCOLTA MANUALE DELL’UVA

La raccolta manuale delle uve, con attrezzature all’avanguardia ed una estrema igiene garantisce un vino più naturale e sano, in quanto – rispettando la natura ed il grappolo – si evita l’aggiunta SO2 – un potente antiossidante e antibatterico che aiuta a mantenere il vino fresco. I solfiti uccidono i batteri che fanno andare a male il vino. Alcuni produttori di vino utilizzano anche solfiti aggiunti a dosi più elevate per uccidere i lieviti ed interrompere la fermentazione in anticipo.

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