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Vini sostenibili e convenzionali: sai riconoscere le differenze?

Vini sostenibili: quali sono e cosa li differenzia?

Negli ultimi tempi si sente parlare spesso di vini biologici, biodinamici, vegani e perfino naturali che rientrano nella categoria di vini sostenibili. Poco chiare sono, però, le differenze tra essi ed i vini convenzionali e c’è rischio di cadere in confusione. Vediamo quali sono.

Le categorie di vini.

Il mercato del vino offre un’ampia gamma di prodotti adatta ad ogni esigenza degli amanti del vino. Pochi sanno che le gamme di vino nascono per rispondere a determinate richieste di mercato. Le tipologie esistenti si distinguono principalmente per i processi produttivi adoperati, sia in vigna che in cantina.

Sia in Italia che all’estero c’è una crescente attenzione per nuove categorie di prodotti realizzati con tecniche sostenibili: l’attuale panorama del mercato del vino è infatti caratterizzato da un’ampia categoria di vini sostenibili ciascuno con caratteri distintivi propri che si differenziano dai vini convenzionali.

Vini convenzionali

Il vino convenzionale, o tradizionale, è per così dire quel tipo di vino che tutti noi conosciamo e di prossimità (vedi scaffali GDO) senza particolare certificazione agricola produttiva o di trasformazione in cantina. E’ quello più bevuto al mondo.

La differenza principale tra un vino convenzionale e un vino sostenibile riguarda l’utilizzo di sostanze chimiche sia in fase di coltivazione della vite sia durante la fase di vinificazione. L’uso di pesticidi e diserbanti consente di evitare che le piante vengano colpite da eventuali malattie.

Entriamo nel dettaglio.

Vino biologico

Il vino biologico è il famoso Vino Senza” che sicuramente avrete sentito almeno una volta nella vita. Rientra nella categoria dei vini sostenibili poiché viene prodotto secondo tecniche nel rispetto della natura e del territorio. La principale differenza che lo contraddistingue dagli altri vini sostenibili, è che esso gode di un marchio di riconoscimento a livello europeo. Il marchio per i vini biologici è riservato a tutti quei prodotti ottenuti da uve biologiche senza superare limiti imposti da Norme, ad esempio quantità di zolfo, rame, anidride solforosa etc. Le uve, inoltre, devono essere coltivate senza l’uso di sostanze chimiche di sintesi come pesticidi, concimi, insetticidi, senza solfiti aggiunti e senza l’impiego di OGM.

Vino biodinamico

Il vino biodinamico è un’evoluzione (ampliamento) di quello biologico: nasce come tale ma bisogna rispettare limiti più severi in quanto è escluso l’uso di ogni varietà di additivi aromatici, enzimi, zuccheri e altri metodi di acidificazione e chiarificazione.

Il termine biodinamico è composto dalla parola greca “bios” che significa vita e “dinamica” che indica le forze che si muovono sui corpi.  Il concetto alla base della teoria antroposofica di Rudolf Steiner è  che l’essere umano si trova al centro, tra i ritmi della terra e del cosmo, colmando il gap esistente tra il mondo spirituale e quello materiale. Scopo del movimento biodinamico è quello di aiutare la natura ad ottenere una terra fertile da cui possano trarre beneficio anche le generazioni future, obiettivo alla base del concetto della sostenibilità.

I vini biodinamici presentano una doppia certificazione: sia la certificazione di “prodotto biologico” sia un riconoscimento per le caratteristiche biodinamiche, garantite da Associazioni come Demeter.

Vino vegano

E’ opinione diffusa pensare che il vino già di per sé sia un prodotto vegano. In realtà, per i vini vegani entra in gioco l‘aspetto etico: rientrano in questa categoria solo quei vini realizzati con sostanze di origine minerale o soluzioni alternative estratte da piante come semi d’uva, patate e legumi e con adeguate garanzie nella fase di vinificazione, coltivazione e che non prevedono lo sfruttamento o l’uso di prodotti o attrezzatura di origine animale. 

Tranquilli, è facile riconoscerli: troverete il marchio VeganOk apportato sull’etichetta.

Vino naturale

E’ attuale uso comune definire un vino che oltre l’impiego di tecniche di agricoltura biologica, non ammette l’utilizzo di sostanze additive al mosto: nessun correttore di acidità, anidride solforosa aggiunta o coadiuvanti. Il vino naturale è realizzato da uve provenienti da vitigni autoctoni da vendemmia manuale, quindi, con metodi tradizionali e senza forzature tecnologiche che escludono l’impiego della chimica di sintesi e da fermentazione generalmente senza controllo della temperatura con esclusione di ogni azione chiarificante e della filtrazione che alteri l’equilibrio biologico e naturale dei vini. Per i vignaioli naturali il vino naturale si fa in vigna solo con prodotti naturali senza forzare la produzione, stimolando la forza e l’equilibrio delle piante.

Molto spesso la lettura gusto-olfattiva dei vini naturali non presenta le classiche idee di colori, limpidità, olfatto, aroma che contraddistinguono i vini convenzionali (aiutati dalla chimica).

Per cui, c’è da non preoccuparsi se si vede un vino color arancio o marroncino, un leggero sedimento etc. L’ approccio naturale è una sorta di ritorno alle origini e di contatto diretto con la natura.

Per questa categoria di vino ancora non esiste un sistema di certificazione (c’è una timida sperimentazione in Francia con l’appellation Vin Méthode Nature), pertanto, si può solo dedurre le caratteristiche di naturalità leggendo le informazioni che troverete sull’etichetta ove riportate o approfondendo la storia enologica del produttore.

CreWine seleziona vini buoni da bere, buoni per il pianeta con attenzione alla storia produttiva nel rispetto della biosfera e dell’uomo. Ricercando vini sostenibili, prodotti di eccellenza rispettosi dell’uomo e della terra, che sostengono progetti ed azioni ad impatto positivo e per lo sviluppo economico e sociale.

Sulla questione etichette, standard e certificazione  dei Vini Sostenibili (a cui si lavora in Italia), approfondiremo in un prossimo post. 

“L’uomo deve trovare una simbiosi perfetta con la natura, dominandola non tireremo mai fuori quello che vogliamo. Quando facciamo una vigna andiamo a distruggere parte della natura, è lì che bisogna trovare un equilibrio di bellezza e di inserimento. E’ un gioco molto fine, difficile e anche molto personale.”

Frank Cornelissen

[Vignaiolo naturale di origine belga, protagonista del panorama vinicolo dell’Etna]

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