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Aia delle Monache – Campania

Vignaioli

L’Azienda Aia delle Monache Società Agricola a r.l. nasce dalla passione dei fratelli Verzillo, che oggi conducono 2,5 ha di terreno con i vitigni autoctoni casertani Pallagrello Bianco, Pallagrello Nero e Casavecchia, che guardano da un lato, verso nord, il massiccio del Matese e dall’altro, verso sud-est, il monte Taburno e il Sannio. A cui si aggiunge una vigna di Asprino di Aversa. 

Uno è commercialista e l’altro è consulente finanziario: due fratelli che per passione iniziano a fare vino con una ‘viticoltura bio e sostenibile’.

“Ogni vino racconta sempre storie di persone, il loro modo di essere, i loro valori, le loro esperienze e la sensibilità che esse sono capaci di esprimere.

In questo caso non si tratta di storie di vignaioli esperti o di figli d’arte, che portano avanti attività di famiglia, pur se con la massima competenza e dedizione. Si tratta, invece, di persone convinte che nella vita tutto, o quasi, sia questione di scelte, che non necessariamente il sapere acquisito debba indicare ciò che si è ma, piuttosto, ciò che si fa. Abbiamo scelto, così, di seguire le nostre passioni e di metterci in gioco, di impegnarci per il piacere di farlo, per dar vita – nel solo modo di cui siamo capaci – a qualcosa che ci appartiene e ci rappresenti, avendo ben chiaro un solo obiettivo: realizzare, con cura sartoriale, vini che siano espressione del territorio e seguano l’andamento delle diverse annate.”

Vigneti

In vigna e in cantina sono utilizzate pratiche rispettose dell’ambiente, del consumatore e della tradizione. Vigneti certificati biologici.

Raccontano. Inerbimento spontaneo, nutrizione del suolo con letame compostato e sovesci multifloreali, trattamenti fitoiatrici con basse dosi di rame e zolfo coadiuvati da corroboranti fogliari a base di alghe ed estratti vegetali, lavorazioni del suolo solo meccaniche e rispettose di una corretta agronomia. La raccolta avviene manualmente in cassette da 15 kg, scegliendo solo i grappoli sani e maturi; le uve, opportunamente selezionate, vengono quindi lavorate facendo sì che in cantina tutto si svolga nel modo più naturale possibile.

Le vigne di Castel Campagnano attraversano primi strati di suolo sabbioso/argilloso mediamente pesante, oggi sono arrivate a poggiare le proprie radici sulle arenarie di Caiazzo. Guardano da un lato, verso nord, il massiccio del Matese e dall’altro, verso sud-est, il monte Taburno e il Sannio. La strada che conduce al Convento degli Angeli segna il confine tra la vigna di Ruviano, a 280 m s.l.m. esposta a nord e coltivata a Pallagrello Bianco, e quella di Castel Campagnano, a 260 m s.l.m. esposta a sud-est e coltivata con tutte le tre varietà di uve.

Le vigne sono tutte a spalliera con una densità media di 5.000 ceppi ad ettaro ed allevate a Guyot.

Si è recentemente aggiunta la vigna di Casaluce, un ettaro e mezzo di Asprino di Aversa impiantato con il sistema di alberate aversane, realizzate con le tipiche viti maritate.

Il Pallagrello Bianco presenta grappolo piccolo e compatto con acini piccoli perfettamente sferici, da cui il nome Pallagrello (piccola palla). Il Pallagrello Nero, invece, pur mantenendo la caratteristica tipica dell’acino sferico, presenta grappolo più grande e non sempre molto compatto.

Il Casavecchia presenta grappoli grandi, allungati e molto spargoli, mentre l’acino è ellittico con buccia molto spessa e croccante.

L’Asprino. Si narra, che il sovrano Roberto d’Angiò, nel Trecento, abbia incaricato il proprio cantiniere, Louis Pierrefeu, di individuare il “cru” migliore per impiantare il vitigno Asprinio, portato dalla Francia per produrre spumante, altrimenti impossibile da avere a causa delle distanze che dividevano il Regno di Napoli dalla Regione dello Champagne. Pierrefeu non tardò a rendersi conto che l’Agro Aversano aveva condizioni climatiche tali da consentirgli di produrre uno spumante “leggero e brioso quant’altri mai”, con il quale avrebbe letteralmente inebriato la corte angioina.

La cantina utilizzata, è alimentata con impianto fotovoltaico e luci a pannelli solari.

TAG

Indicano alcuni elementi caratteristici, non esaustivi, che raccontano l’identità ed il buon lavoro che le aziende stanno facendo, in diversi ambiti.

I GENERAZIONE

Avviare un'attività in proprio è difficile, soprattutto nel settore del vino dove ci sono così tante variabili incontrollate. Questo tag identifica che per la cantina gli attuali proprietari e operatori sono anche i fondatori di prima generazione.

GREEN

Impatto agricolo e benessere per l'uomo. Questo tag indica che vitigni e cantina sono certificati da organizzazioni o associazioni indipendenti di terze parti, biologici, in conversione e si impegnano a rispettare la natura e le persone ad avere un impatto ridotto.

RINNOVABILI

L'energia rinnovabile proviene da risorse che vengono naturalmente reintegrate come luce solare, vento, pioggia e calore geotermico. Questo tag indica che una azienda vinicola utilizzano energia rinnovabile per alimentare le loro operazioni.

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